Oggi l’agricoltura non attraversa un periodo favorevole, dove la piccola impresa (quasi a conduzione familiare) è equiparata a livello normativo e legislativo ad un’impresa, con tutte le difficoltà che ne conseguono. Dalla crisi che si verificò nei primi anni 90, dove la “regina dei vigneti” veniva soppiantata dalla varietà “Victoria”, oggi vi è un altro giro di boa, sia a livello varietale, ma soprattutto come comparto agricolo. Un settore che nella sua frammentazione aveva il suo punto di forza (come qualità di prodotto) oggi è la sua debolezza, la mancanza di fare massa critica, di creare un’offerta per un periodo più lungo, la totale assenza di una filiera corta. Tutto questo individualismo dell’agricoltura grottagliese non ha fatto altro che allontanare e staccare da quelle che sono oggi le logiche di mercato.
Non si sono attivate tutte quelle forme legislative, normative ed associative (IGP – OP) per creare nuovi strumenti destinati alla gestione del rischio delle imprese agricole, legato non solo agli eventi atmosferici, ma anche alla potenziale perdita di reddito (la mutualità prevista dalla PAC 2014/2020).
Per quanto riguarda le produzioni eccedentarie, non si è mai stabilita una rete di sicurezza di fronte alla crisi dei prezzi e delle turbative di mercato.
In sostanza un comparto agricolo lontano dal poter attingere a quel valore aggiunto della filiera alimentare (OCM ortofrutta).
Altra nota dolente sono le “royalties” non solo a livello varietale, ma anche commerciale, che annullano il lavoro fatto per tipicizzare le produzioni agricole e le caratteristiche rurali del territorio stesso e finiscono per vincolare e infine sopprimere l’agricoltura e l’agricoltore.
Un cambiamento si possa accendere – sostiene Ciro Monopoli, candidato consigliere per la lista Sud in Movimento e che da oltre dieci anni si occupa di politiche agricole – attraverso una maggiore coesione tra noi agricoltori, una maggiore capacità organizzativa non solo nel proporre uva ma anche nel porre dei punti fermi sulle nostre produzioni nelle capacità di divenire protagonisti ed artefici del nostro futuro a livello produttivo ed imprenditoriale.
L’Agricoltura rappresenta ancora la maggiore forza economica e occupazionale della città di Grottaglie – continua Monopoli – e sappiamo benissimo che il problema principale per i produttori di uva da tavola è la “commercializzazione”, essa però è figlia di una serie di problemi: la carenza logistica, la formazione e la totale assenza di un piano di comunicazione e marketing del comparto agroalimentare locale. Assurdo che in una città come Grottaglie, dove il comparto agricolo è il settore trainante dell’economia locale, per l’assessorato all’agricoltura non è previsto un capitolo di bilancio per la promozione. Provate a pensare se l’assessorato al turismo di Rimini non avesse il capitolo promozione.
Per il Sud in Movimento però non tutto può nascere dalla politica, ma il suo ruolo dovrà essere quello di fare da “collante” e intermediare per la risoluzione di gran parte delle problematiche. Compito della politica dovrà essere quello di individuare le criticità del territorio e mettersi a disposizione per superarle: evitando l’eccessiva frammentazione del sistema produttivo locale; promuovendo una politica di coesione dei produttori agricoli, che, oltretutto, è la principale politica di investimento dell’Unione europea. Farsi promotore della formazione dei produttori in relazione alla filiera dei prodotti agricoli (filiera corta) circa le normative e le restrizioni vigenti non solo quelle in materia ambientale ma anche legislative che regolano il settore e individuare delle strutture a supporto del sistema produttivo.