DIVIDE ET IMPERA?

In merito ai fatti del 1 settembre scorso di fronte al III lotto della discarica Ecolevante a Grottaglie, e alla ripresa delle attività contro la stessa che ne è seguita.È EVIDENTE che esistono grandissime differenze di visione politica tra i diversi soggetti che negli ultimi anni hanno agito con modalità e linguaggi diversi per sensibilizzare le Comunità Locali attorno all’enorme problema del degrado del territorio, e in particolare attorno alla mostruosa discarica per rifiuti speciali di Grottaglie.Abbiamo visto soggetti di orientamento più legalista e istituzionale attivi su un poderoso e preziosissimo lavoro di documentazione, denuncia, estenuanti iter burocratici che hanno fatto emergere tutto il nascosto delle procedure di progettazione, autorizzazione, realizzazione e gestione di questo ecomostro. E abbiamo visto soggetti più propensi ad una esposizione diretta e ad una testimonianza fisica costante sul sito stesso, vivere giorno e notte nel ventre della bestia. Altri soggetti sono comparsi con gran strepito di fuochi d’artificio e poi più nulla si è sentito… Ricordiamoci che l’inverno scorso eravamo tutti insieme in strada a Grottaglie.Si sono dunque manifestate almeno due anime contro la pericolosissima creatura voluta da Settani, Bagnardi & C. Una più democraticista, che crede nel funzionamento di questo “sistema” e nella necessità di ripararne i gravi difetti e rimuoverne le numerose “mele marce” – un esempio ne è il Comitato “Vigiliamo per la discarica”. Un’altra che non crede affatto a questo “sistema”, lo considera intrinsecamente altro rispetto ai bisogni delle persone e cerca nuove forme di democrazia diretta anche indipendentemente dalle procedure istituzionali – presente nel “Presidio Permanente” pur non essendone l’unica componente all’interno. NOI COME URUPIA siamo parte di questa seconda anima, e al tempo stesso riconosciamo l’immenso valore del lavoro svolto da chi ha iniziato questa lotta anni fa, arrivando a creare il caso storico della Legge di Iniziativa Popolare. Sappiamo che entrambe queste anime condividono l’idea della assoluta improponibilità della attuale classe politica nel suo insieme, della disumana dittatura della speculazione e del massimo profitto immediato, e del disinteresse sostanziale di entrambi ai disagi innumerevoli che continuano a produrre.Questo potere è troppo grosso, e non bastano certo da sole azioni dimostrative e di protesta, né le maratone procedurali e amministrative. Serve tutto! E anche di più!!A tutti questo potere, ricco di strumenti di pressione e di repressione, di contorcimenti normativi, fa paura. Se questo è il problema, la Paura, allora parliamone, serenamente, apertamente: cerchiamo di capire come vincere il muro di gomma, l’inerzia causata da questa paura nella maggiorparte delle persone. Non nascondiamoci dietro a schermaglie sulle reciproche forme di protesta, dissenso, proposta. Spezziamo il gioco eterno del Divide et Impera che sembra si sia di nuovo innescato.Queste problematiche sono le stesse che da tempo in tutta Italia si vivono le diverse realtà in lotta contro gli innumerevoli ecomostri realizzati, in costruzione o in progetto. Crediamo necessario stringere più fortemente i contatti nel Patto di Mutuo Soccorso. Al Presidio Permanente abbiamo visto in atto una vera seppur ancora piccola esperienza di partecipazione aperta e diretta di quanti di volta in volta si avvicinavano, anche per la prima volta o da poco tempo. E questo tipo di spirito lo accomuna a molte delle altre esperienze citate, quantomeno a quelle che hanno maturato la consapevolezza della necessità di nuove forme di democrazia diretta e di gestione partecipata delle risorse.Quello della legalità o dell’illegalità dietro alla realizzazione del III lotto non è per noi il problema principale: è giusto sottolinearlo per evidenziare l’intrinseca natura mafiosa della collusione tra un concetto aberrante di “impresa” e la realtà dittatoriale della politica della delega. Siamo convinti che solo l’azione delle persone possa fermare tutto ciò. Azione che deve comprendere sia il cercare di imporre alle istituzioni altre regole (magari all’inizio più realisticamente proporre), sia l’esporsi in prima persona per cercare di bloccare fisicamente l’attività della discarica (magari all’inizio più modestamente ostacolare). Dobbiamo essere tutti consapevoli che non è possibile agire, in nessun senso, senza esporsi a qualche tipo di ritorsione. Dovremo tutti coltivare la difficile arte dell’astuzia, del coraggio e della razionalità collettive. Dovremo imparare a non distogliere l’attenzione dai nostri veri nemici: Settani, Bagnardi & C. La misura della loro determinazione ad andare avanti: circa 150 € a metro cubo ciò che pagano le imprese alle discariche per seppellire i rifiuti pericolosi, da moltiplicare per i 2’200’000 metri cubi del terzo lotto, quelli dei primi due lotti, quelli di un futuro quarto lotto, più tutti gli ampliamenti che ci saranno, più eventuali “extra” derivanti dall’impossibilità di controllare tutto ciò che di volta in volta viene sversato…Il poliziotto o il carabiniere è uno spauracchio messo lì non solo per reprimere, ma così facendo per cercare di catalizzare verso di lui un astio collettivo, per divenire lui berasaglio non solo di una lucida indignazione ma anche di una emotività collettiva, facilmente manipolabile. L’agente di pubblica sicurezza in questa battaglia, non lo consideriamo più avversario e non più pericoloso del cittadino rassegnato o consenziente alla devastazione del territorio, o del camionista che trasporta carichi velenosi per un tozzo di pane… Nostra avversaria è la rassegnazione – vestita o meno con una divisa – e la nostra rivoluzione culturale e morale è precisamente la lotta, inevitabilmente lenta, forse infinita, contro questa rassegnazione. E pure nell’immediato che già compromette il futuro, c’è il danno tangibile provocato dai nemici sopra citati, la guerra che hanno dichiarato alle persone, al territorio e al futuro, la necessità di nostre proposte e risposte ora. Una denuncia penale e il venire portati via non sono i rischi peggiori per nessuno in questa partita…Non c’è una alternativa al pensiero unico dominante – quello della massimizzazione del profitto immediato e della società del controllo totale, il tutto a pesante pregiudizio del Futuro. Il mondo è bello finché è vario. Le alternative possibili e sperimentabili sono tante, perché tante sono le persone, le sensibilità, le predisposizioni, le paure. Tantissimi possono e devono essere i percorsi e gli strumenti – secondo le forze e le fragilità di ogni persona – che concorrano a una lunga e lenta rivoluzione culturale e morale che mini le basi stesse dell’attuale pensiero dominante. Sta a tutti noi gestire questo dato di fatto come nostro potenziale punto di forza, o lasciare che venga usato come potenziale debolezza interna di tutta quella società che ancora non vuole rassegnarsi al pensiero unico. A noi tutti la scelta tra costruire percorsi di collaborazione tra le diverse inclinazioni e orientamenti volte alla salvaguardia del territorio e delle generazioni future, e il rassegnarsi ancora ad una presunta incomunicabilità tra le stesse.INFINE TRE PROPOSTE:Un appuntamento ad Urupia domenica 19 ottobre prossimo – giorno della nostra Festa di Fine Vendemmia – con tutte le realtà in lotta contro il III lotto, per chiarire apertamente le reciproche differenze ed elaborare strategie di lotta ora che il gioco si fa ancora più pesante e pericoloso;Una Campagna di boicottaggio da promuovere presso le Cittadinanze, di tutto quanto sponsorizzato o comunque finanziato da Ecolevante sul territorio (ad esempio invitare a non andare alle partite di calcio del Grottaglie);Una Campagna di non-partecipazione da promuovere presso artisti di strada o operatori culturali in genere, alle iniziative organizzate e finanziate dal Comune di Grottaglie (specie sotto le feste principali).La Comune Urupiac.da Cistonaro/c.da PetrosaFrancavilla F.na (BR)
Cooperativa OWEN

Andrea Cometa

Capogruppo di Sud in Movimento.
Consulente informatico ERP, esperto in software libero. Brigante moderno «Cosa scelgo io tra il dover andare via e il voler restare?
Non ho alcun dubbio. Io resto qui al Sud, e non perché so-
no un perdente o un rassegnato, ma perché restare è mol-
to più difficile che andarsene. Io resterò qui»

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